Perché abbiamo tutti il bisogno di giustizia?

“Ogni cosa ha la sua giustizia”

Quintiliano

“L’amore per la giustizia è, per la maggior parte degli uomini, la paura di subire un’ingiustizia”.

François de La Rochefoucauld

“Saremmo tutti sciocchi a pregare per la giustizia”

Lois Bujold

Tutti ci arrabbiamo per le ingiustizie o per le situazioni che, soggettivamente, vediamo come ingiuste. Dentro di noi, emerge questa sensazione quando crediamo che i nostri diritti siano stati gravemente violati o che la nostra dignità sia stata ferita. Il bisogno di giustizia è uno dei bisogni sociali più importanti.

Spesso, il nostro bambino interiore reagisce all’ingiustizia risentendosi per ciò che sta accadendo.

Quando incappiamo in una situazione spiacevole, quando sentiamo che i nostri diritti sono stati violati, dobbiamo cercare di cambiare il nostro punto di vista e passare da quello del bambino a quello dell’adulto. E un adulto sa che:

○ Nessuno ha promesso di essere giusto. Il mondo è ingiusto. E sarebbe più facile accettarlo come punto di partenza.

○ Noi, di regola, intendiamo la giustizia come una ricompensa per le azioni. Cioè, una persona buona dovrebbe essere ricompensata e una persona cattiva dovrebbe essere punita. Non soltanto ogni persona ha la propria concezione personale di queste ambigue categorie “buono o cattivo”, ma questo ragionamento si basa anche sulla presunzione infantile che una persona potente giudicherà, proteggerà, determinerà chi ha ragione e chi è colpevole e, in un senso più ampio, “ci ricompenserà in base alle nostre azioni”.

Possiamo ritrovare questa concezione anche in ambito religioso. Anche lì si presume che la giustizia sia “posticipata”. Qui sulla Terra, però, stiamo ancora aspettando che qualcuno venga a fare giustizia.

Sembra un po’ infantile, vero?

A volte vuoi sognare un sistema estremamente semplice: se agisci bene, ti godi la vita e se agisci male (e la maggior parte delle persone capisce quando lo fa), ricevi “feedback” spiacevoli in qualche forma… anche se si tratta solo di un rimprovero, semplice e diretto.

Il problema è che la maggior parte delle persone non capirà perché gli viene rimandato questo “feedback”. I soggetti saranno sorpresi e si lamenteranno… dell’ingiustizia della vita. Non saranno in grado di capire che si tratta di una risposta a un’azione inappropriata.

Quindi, si tratta di un catch-22 (una situazione impossibile in cui non puoi fare una cosa fino a quando non hai fatto un’altra cosa che non puoi fare finché non hai fatto la prima cosa)?

Come rispondi alle ingiustizie quotidiane senza ferire la tua autostima e perdere il buon umore?

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Non sei sicuro da dove iniziare?

○ Ricorda che ogni persona ha il proprio sistema di valori e, quindi, la propria visione su ciò che è considerato importante e ciò che non lo è.

○ Prima di reagire, prova a considerare la situazione da una prospettiva diversa. Da un punto di vista differente, sembra uguale a come l’hai valutata immediatamente?

○ Rifletti se per te è importante “buttarti a capofitto nella battaglia”. Che cosa vincerai e cosa perderai combattendo per difendere i tuoi diritti?

○ A volte, è il caso di riformulare nella propria testa l’esclamazione “per cosa?” in un calmo “come posso sfruttare la cosa?”. Cioè, cosa posso imparare da questa situazione, che esperienza posso acquisire? Questo è molto più utile e produttivo.

○ Percepisci la differenza tra “mantenere un silenzio arrabbiato” e prendere la decisione consapevole di ignorare la persona insolente nella macchina accanto al semaforo, di rinunciare al parcheggio che aspettavi pazientemente quando qualcun altro irrompe e lo occupa, di ridere di chi ti ha “portato via” il carrello al supermercato.

○ Quando ti fai prendere dalla rabbia, hai già perso, sprecando i tuoi nervi, le energie, l’umore e la salute in una situazione banale! Quando decidi deliberatamente di non impegnarti in un conflitto e riduci la rilevanza di ciò che sta accadendo, rimani padrone della situazione, il che significa che ti senti al di sopra di tutto questo clamore.

Naturalmente, è improbabile riuscire a diventare completamente resilienti ai commenti offensivi, ai comportamenti senza cerimonie o alle valutazioni “ingiuste”. Se riesci, però, almeno a ridurre la loro forza d’influenza, in modo che non sia così dannosa, sarà già un buon passo verso la riduzione dello stress quotidiano.

A volte, il tuo Ego ti sussurra pensieri dannosi sull’ingiustizia nei tuoi confronti e, talvolta, questo non ha nulla a che fare con la realtà oggettiva.

A volte, una cosa che ti sembra ingiusta è, invece, abbastanza meritata, se trovi la forza di guardare la situazione in modo un po’ più distaccato e capire che si tratta solamente di una risposta a delle tue azioni: causa ed effetto.

Ci sono cose (cause, persone, principi) per cui bisogna lottare, che vanno difese, ma fanno parte di una categoria completamente diversa.

E riuscire a fare questa distinzione è segno di saggezza.


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