Il ciclo dell’abuso: come capire se si è vittima di un abuso nella relazione.

Sebbene gli psicologi abbiano iniziato a parlare di abuso relativamente di recente, si tratta di un fenomeno antico quanto l’umanità.

Umiliazioni. Insulti. Attribuzioni di colpa. Minacce. Gaslighting. Violenza. Sono tutti elementi che fanno parte di una relazione basata sull’aggressività. Al contempo, l’abuso non è affatto un caso: ha una schema ciclico abbastanza chiaro, che si ripete in ogni caso, in qualche modo. Se hai il dubbio che la tua sia una relazione abusiva, controlla se questo schema ti è familiare.

  1. Tensione

La prima fase è quella dell’accumulo della tensione. L’aggressore diventa irritabile e critico, come se cercasse una scusa per sfogarsi. A seconda del tipo di personalità, può ignorare il partner, “colpirlo” con commenti offensivi, avere comportamenti sdegnati e rancorosi o incolpare il partner per qualcosa.

Per l’aggressore questa fase può essere conscia o inconscia, se replica e ripropone un determinato scenario appreso molto tempo fa.

Massimo era di umore cupo e non ha parlato molto per un paio di giorni. Angela era preoccupata. La domenica, a tavola, è esploso all’improvviso: “Evidentemente non ti importa che io non ne possa più di questi tuoi timballi! Uguale a ieri, che hai messo apposta quel vestito in modo che tutti i tuoi colleghi ti sbavassero addosso!”

  1. Episodi di violenza

La tensione non può accumularsi all’infinito. Prima o poi, ha luogo uno sfogo di aggressività. L’aggressore non riesce più a trattenersi e lascia che la rabbia esploda. Le modalità di sfogo dipendono da molti fattori. Alcuni soggetti provocano una lite, umiliando e sminuendo il partner. Altri non si fermano a questo e ricorrono alla violenza fisica. Possono trascinare la vittima per i capelli, schiaffeggiarla, stuprarla, prenderla a calci, ecc. Al tempo stesso, fanno sempre intendere o ribadiscono ad alta voce che la colpa di tutto questo è della vittima.

Massimo ringhiò, afferrando la moglie per i capelli: “Stupida puttana! Puoi vivere soltanto una vita normale! Mi provochi continuamente, costringendomi a ricorrere a queste misure! Così ti insegnerò come comportarti, visto che non capisci le parole!”

  1. Riconciliazione

Si tratta di una fase inevitabile. L’aggressore chiede perdono e spiega il motivo del maltrattamento che, spesso, non dipende da lui. È successo solo perché è stato provocato (era stressato, preoccupato, troppo turbato, ha avuto problemi sul lavoro). Sposta la colpa sulla vittima e può negare quello che è successo (“Non è così che è andata”) o convincere la vittima che sta ingigantendo gli eventi (“Stavo solo cercando di impedirti di andartene, sei caduta e hai battuto la testa sul mobile”).

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Il resto avviene proprio come nei film:

Massimo, che solo ieri è stato violento con Angela, si presenta al mattino con un’espressione colpevole sul viso, un sorriso affascinante, un mazzo dei suoi fiori preferiti e una scatolina della gioielleria: “Tesoro, mi sono fatto prendere la mano ieri. Tu sei la migliore, solo tu mi capisci! Ricominciamo tutto da capo! La mia vita non ha senso senza di te…”

  1. “Luna di miele”

In questa fase, la vittima perdona l’aggressore, con la speranza che, da quel momento in poi, sarà tutto diverso, che abbiano di nuovo un buon rapporto. In effetti, può sembrare che ora tutto funzioni e che andrà tutto bene. Dopo essere stato violento, l’aggressore può trasformarsi nella persona premurosa, devota, piacevole e incantevole che sembrava essere all’inizio della relazione. Tutto questo è progettato per mantenere una parvenza di relazione “normale” per impedire alla vittima di andarsene.

Angela si è sciolta quando Massimo le ha chiesto così sinceramente perdono… Lei, in effetti, deve essersi comportata, in qualche maniera, in modo sbagliato e deve averlo provocato… Sembra anche che si sia reso conto di aver sbagliato e che gli dispiaccia davvero. E hanno una famiglia, dopotutto…

Tuttavia, il ciclo si ripete. Ancora e ancora. Nel tempo le fasi si accorciano e gli scoppi di violenza diventano più frequenti e intensi.

Angela ha vissuto questo ciclo 8 volte in un anno e mezzo. Ha lasciato Massimo solo la nona volta, quando si è resa conto che questo scenario si sarebbe ripetuto per sempre. Sempre che alla fine non le facesse seriamente del male…

Se questo ciclo ti è familiare, ci dispiace molto. Forse è il momento di ripensare alla tua situazione? Sapere è potere.

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