Tutti noi siamo stati annoiati. Può essere un fenomeno a breve termine o può compromettere a tal punto che diventa difficile individuare il confine tra semplice noia e apatia: assorbe tutto. Da dove viene? Perché e per quale ragione? Scopriamo i vari tipi di noia che possiamo incontrare.

  • Noia semplice  

Emerge come una risposta a breve termine alla momentanea assenza di esperienze intense ed eccitanti dal mondo esterno, che porta a sentire uno scomodo vuoto dentro. Spesso siamo abbastanza dipendenti dagli eventi esterni e non sempre sappiamo come intrattenerci, quindi assegniamo la responsabilità del nostro stato d’animo all’ambiente. In questo caso, non è richiesta alcuna azione particolare, salvo una: sarebbe utile spostare l’attenzione dall’esterno all’interno e smettere di aspettare che qualcuno o qualcosa ti intrattenga. 

  • La noia come un modo per evitare qualcosa

In questo caso, la noia funge da cuscinetto contro la paura e l’ansia. “È meglio annoiarsi che avere paura”, decide inconsciamente il soggetto.

Maria vuole diventare una blogger di successo. Immagina tutto ciò che potrebbe fare, quali video creare, cosa dire ai suoi follower e…non fa nulla. Maria ha paura che le cose non funzionino e questa paura genera infinita procrastinazione, uno dei volti della noia. Nella vita di tutti i giorni, Maria è annoiata, ma non riesce a sforzarsi di fare nulla.

  • La noia come sensazione di mancanza di significato

Il ricercatore A. Elpidorou ha detto: “La noia motiva il perseguimento di nuovi obiettivi quando quelli attuali non sono più soddisfacenti, attraenti o rilevanti per il soggetto”. In altre parole, la comparsa della noia suggerisce che forse non stai facendo ciò che vorresti fare nella tua vita.

Ugo ha un lavoro in banca che non gli piace. Ha contratto un mutuo ed è stato costretto a smettere di dipingere, perché questo non poteva garantirgli un reddito stabile. Ora, ogni giorno per lui è come in “Ricomincio da capo”: ogni giorno è uguale all’altro. E quando Ugo pensa che dovrà vivere in questo modo per i prossimi 18 anni (il termine del suo mutuo ipotecario), vorrebbe morire per la noia e la disperazione.

  • La noia come stanchezza della monotonia

Anche le attività monotone, soprattutto se sono in conflitto con i tratti del carattere, possono provocare noia.

Anna lavora da due mesi come cassiera in un supermercato. Di natura, è vivace, attiva e socievole. Ha bisogno di molto movimento per sentirsi stimolata. E ora sente di essere insopportabilmente, indicibilmente annoiata dalla monotona scansione dei codici a barre alla cassa…E questa sensazione non scompare nemmeno alla fine della giornata lavorativa. La sua amica Elena, invece, non la avverte: dice che, lavorando alla cassa, riesce persino a scrivere poesie, che appunta sul suo taccuino durante la pausa. 

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  • La noia come risposta al blocco dei propri desideri. Voglio qualcosa, ma non so cosa.

La noia può essere il risultato di desideri insoddisfatti e repressi. Se non presti attenzione ai tuoi bisogni (non importa quali siano), la noia è il minore dei mali che possano capitarti.

Amanda ha 14 anni. Voleva imparare a ballare, ma sua madre le ha detto che non aveva senso, dato che è troppo imbranata. Voleva giocare a tennis, ma i suoi genitori le hanno detto che era uno sport per ricchi e non potevano permetterselo. Ha iniziato a scrivere fanfiction, ma i compagni di classe hanno deriso il suo hobby e lei lo ha abbandonato. Ora Amanda non vuole niente. Frequenta una scuola di musica perché sua madre pensa che sia ciò che le si addice di più e che “l’aiuti a crescere”. Ma la sensazione di noia e la mancanza di interesse per qualsiasi cosa la accompagnano costantemente. La mamma si lamenta con i suoi amici che Amanda non si interessa a nulla, che si annoia tutto il giorno e “non sa cosa fare di sé stessa”. “Noi eravamo diversi…”, sospira la mamma delusa.

  • La noia come difesa contro il disagio emotivo e il dolore

Se una persona ha affrontato un’esperienza traumatica durante l’infanzia e non si è sentita psicologicamente al sicuro, ha vissuto molte emozioni complesse che erano difficili da affrontare.

Per evitare di provare dolore e paura, ha dovuto allontanare da sé i sentimenti “cattivi”. Ed è così che può comparire la noia: a causa della mancanza di connessione con le emozioni, con l’ansia, la paura, la rabbia, la gioia o la tristezza. Il soggetto vede il mondo emotivo come pericoloso, quindi non si concede di provare le emozioni. Quando cresce, scopre di aver perso quella fonte di energia che rende possibile sentirsi veramente vivi. Dopotutto, senza emozioni, diventiamo una macchina, un computer.

Da bambino, Michele è stato severamente punito dai suoi genitori per ogni infrazione. Parlando con il suo psicologo, ha detto che non era affatto arrabbiato con loro, perché era davvero un bambino “insopportabile”. E, in generale, cosa c’entravano i suoi genitori con questo? Era andato lì perché aveva perso interesse per ogni cosa, era tutto così noioso…Qual era il nesso? Il collegamento era che Michele aveva sviluppato un meccanismo di protezione dalle emozioni che non gli permetteva di provare nulla, solo indifferenza. Aveva spento tutti i sentimenti forti, l’eccitazione, la curiosità, la gioia, la rabbia…e non provava nulla. Ora, durante il processo di terapia, doveva riconnettersi con il suo mondo emotivo, per “accendere” i suoi sentimenti…

  • La noia come mancanza di nuove esperienze

Se nella tua vita c’è solo la routine casa-lavoro-casa, allora la noia è inevitabile. Abbiamo bisogno di nuove esperienze per sentirci vivi e provare interesse.

– Cosa fare con la noia?

• Determina la sua fonte. Che tipo di noia provi? Impara a conoscerla meglio. Cosa nasconde?

•  Presta attenzione a te stesso e osserva:

– come si manifesta la noia?

– per quanto tempo l’hai provata?

– in quali momenti/periodi scompare?

• Se non riesci a trovare la causa principale del problema, è meglio rivolgersi a uno specialista. È un valido motivo per rivolgersi ad uno psicologo.

Un’ultima cosa: nessuna sensazione compare di punto in bianco dentro di noi. Ci parlano tutte nella loro lingua “dei sensi”. Se la comprendi, puoi rendere la tua vita molto più armoniosa.


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